6 gennaio | EPIFANIA DEL SIGNORE

“La Befana vien di notte, con le scarpe tutte rotte, con le toppe alla sottana: viva, viva la Befana!”

Pare che il nome “Befana” derivi dal greco antico ἐπιϕάνεια, epifanìa, termine con il quale s’indicava la divinità nell’atto di manifestare la sua presenza, quando appare cioè, quando si fa vedere.
Gli antichi Romani adottarono il termine per indicare la prima manifestazione del Sol Invictus. Il dio sole dodici giorni dopo la sua nascita, avvenuta il 25 dicembre, mostrava agli uomini la sua potenza benevola, inviando a fecondare i campi la sua figlia prediletta, Diana Efesina, con il suo corteo di bellissime ninfe.

Diana, che era la personificazione della Luna, era anche la dea della fertilità e dell’abbondanza. Nella sua veste “efesina ”o “efesia” veniva raffigurata con una moltitudine di seni con i quali, in modo figurato, allattava i suoi adoratori, di fatto donando loro raccolti abbondanti e benessere. Le ninfe che l’accompagnavano erano raffigurate, invece, come giovani donne che, mezze nude, volavano a cavallo di rami di salice, albero sacro alla dea.

L’avvento del Cristianesimo non potendo oscurare un mito così radicato ed “apprezzato”, sostituì il Dio Sole con Gesù Cristo e l’esibizione del divino con la visita dei Magi alla capanna.

Per sradicare poi la licenziosa immagine di Diana e delle sue ninfe impudiche, sostituì le giovani donne con donne vecchie e laide  – con le scarpe tutte rotte, con le toppe alla sottana… –  e sostituì il ramo di salice con una scopa poiché, nei tempi passati, le ramazze venivano costruite con i rami del salice. Per finire, si tramutò la fertilità e l’abbondanza, che scaturiva dai seni di Diana, in doni per i bambini…

(in foto Diana Efesina di Villa d’Este a Tivoli)

17 Gennaio | SANT’ANTUONO

“Menate, menate…segge vecchie, tavole, cupelle vecchie, femmene vecchie e butteglie ‘e vino viecchio! Il 17 gennaio si festeggia Sant’Antonio Abate, qui in Costiera “Sant’Antuono”. Sant’Antuono

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